Domenica 27 Ottobre 2024

Quando parliamo di Ortigara, vengono subito alla mente le immani tragedie della Grande Guerra, in particolare la cruenta “Battaglia dell’Ortigara” che dal 10 al 29 giugno 1917 vide affrontarsi l’Esercito Italiano e quello Austroungarico.

La visita ai luoghi dell’Ortigara ancor oggi è impressionante e commovente e ci ricorda il martirio di migliaia di giovanissimi ragazzi, di ambo le parti, mandati inutilmente al massacro. La Sezione CAI di Coccaglio vi ha organizzato un’escursione, così un gruppo formato da 13 escursionisti è partito alla volta di Asiago.
Giunti a destinazione, vista la bellezza dell’altopiano in veste autunnale e percorsi gli ultimi interminabili chilometri, si è arrivati al piazzale Lozze: punto di inizio dell’escursione.

La prima meta è Cima della Caldiera.
Sin dai primi passi ci si rende conto dell’imponenza di questi impervi luoghi: tutto attorno distese di brulle pietraie, balze rocciose completamente martoriate da scavi, trincee ed esplosioni, e poi tunnel, grotte destinate ai rifornimenti e resti di baracche. Poco sotto l’anticima visitiamo l’osservatorio in caverna: un imponente manufatto posto su più altezze collegate da una scala scavata al suo interno. Le sue finestre si aprono con scorci suggestivi sulla sottostante Valsugana. Saliamo di poco e giungiamo prima all’Osservatorio “Torino” (questo a cielo aperto) ed in breve a Cima della Caldiera. Il panorama tutto intorno ci lascia senza fiato.
Il pensiero va a quei poveri giovani che, costretti a combattere una guerra assurda, hanno lasciato lì la propria vita.

Breve pausa e scendiamo verso i baraccamenti del Pozzo della Scala: qui si concentravano i reparti Italiani prima di lanciarsi nel tentativo di raggiungere l’Ortigara. Risaliamo il vallone dell’Agnelizza sino al passo dell’Agnella dove, seguendo un ripido tratto roccioso agevolato da scalini (scaloni!) in pietra e da un corrimano di corda d’acciaio, giungiamo ad una breve galleria elicoidale “nido d’aquila per mitragliatrici Austriache” e guadagniamo infine la cima del Monte Ortigara.

Ci fermiamo qualche momento dinnanzi al Cippo Austriaco e proseguendo ancora per pochi metri arriviamo al Cippo Italiano: la “Colonna Mozza” il monumento costruito nel 1920 dall’Associazione Nazionale Alpini in occasione del suo primo raduno. Davanti alla stele, sulla quale è incisa la scritta “PER NON DIMENTICARE”, qualcuno si fa il segno della Croce.
Il pensiero ritorna ai quei giovani.  

Lasciato il cippo scendiamo verso la zona monumentale del Monte Lozze, ancora una pausa sotto la grande statua della Madonna, qualche foto di rito ed in breve torniamo al parcheggio.

Lo scrittore e reduce Paolo Monelli, nel suo capolavoro “Le scarpe al sole”, scrive così: «E poi, via per il vallone dell’Agnelizza colmo di morti, gli scheletri delle battaglie dell’anno passato, i cadaveri gonfi della battaglia di quest’anno che dura da quindici giorni. Ed un teschio sghignazza, lucido, accanto alla maschera livida di un morto di ieri.»
(Attilio Astori)